A Marghera una ventenne accusa: «Violentata al Molocinque»
MARGHERA. Lei una ventenne che voleva trascorrere una serata di divertimento al Molocinque, loro due quarantenni che si occupavano dell’organizzazione di alcuni eventi nel locale di via dell’Elettricità, non avendo però a che fare con la società che lo gestisce. Non si erano mai visti prima del 2 aprile 2016.
La ragazza ha denunciato di essere stata violentata quella notte dai due quarantenni, difesi dall’avvocato Fabio Pinelli, in una zona riservata del locale. Per questo i due organizzatori sono finiti sotto indagine per violenza sessuale di gruppo e ora si trovano davanti al giudice per l’udienza preliminare. A sostenere l’accusa, la pubblico ministero Lucia D’Alessandro.
L’approccio sarebbe avvenuto nel corso della serata. I due quarantenni avrebbero offerto da bere alla ragazza che, già prima dell’incontro, aveva preso dei drink. Poi l’avrebbero portata in una zona dove non c’è viavai di persone, tanto che nessuno avrebbe visto quanto denunciato dalla ragazza. Qui, lontano da occhi indiscreti, sarebbe avvenuta la violenza sessuale ai danni della ventenne che viene configurata dalla Procura come “di gruppo” dal momento che i presunti violentatori sarebbero stati due.
La giovane se ne sarebbe andata dal Molocinque senza avvertire nessuno di quanto era successo. Solo dopo qualche giorno si era presentata al pronto soccorso per farsi refertare. Ma era passato del tempo dalla presunta violenza e quindi non sarebbero state rilevate tracce particolari. Si era poi rivolta al Commissariato di Marghera per sporgere denuncia. La polizia aveva fatto un sopralluogo nel locale alla ricerca di possibili tracce biologiche o di altro tipo utili alle indagini.
Il procedimento a carico dei due quarantenni è arrivato all’udienza preliminare. Nel corso dell’udienza di ieri, davanti al gup David Calabria, è stata sentita la ragazza, che si è costituita parte civile con l’avvocato Agnese Sbraccia. Una testimonianza dolorosa per la giovane che, ripensando a quella notte, si è messa a piangere.
Le sono state mostrate alcune immagini prese dal circuito della videosorveglianza interna del locale e fatte acquisire a suo tempo dalla sostituto procuratore, nelle quali si vedrebbero i momenti precedenti e successivi all’episodio contestato. I ricordi della ragazza sarebbero frammentari, visto anche lo stato di alterazione nel quale si sarebbe trovata, ma comunque presenti.
La battaglia tra accusa e difesa si giocherà proprio sul fatto se la ventenne fosse consenziente o meno al momento dei fatti contestati. Il procedimento è stato aggiornato al 3 luglio per la discussione del rito abbreviato chiesto dagli imputati per ottenere lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna ed evitare di dover sostenere un eventuale dibattimento in aula.
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