«A Marcon e Quarto tante scappatelle? Manca la rete sociale»
«Ecco perché non c’è mai nessuno ai consigli comunali...». Su Facebook c’è chi commenta così, con una battuta, i dati secondo i quali a Marcon 400 sarebbero iscritti al sito di incontri Ashley Madison, il cui motto è: “Life is short. Have an affair” (la vita è breve, concedetevi un’avventura). Su tremila iscritti nel Veneziano, Marcon fa registrare il maggiore indice di propensione alle scappatelle. Tasso di infedeltà alto anche a Quarto d’Altino, con un 2,2 per cento e 187 iscritti. C’è chi incalza: «Tutto si spiega con il fatto che a Mestre ci sono più prostitute». Qualcuno fa battute a tema che richiamano il sistema “porta a porta” marconese con o senza “calotta”, qualche altro esclama «almeno siamo primi in qualcosa».
In un bar del centro un signore preferisce non commentare: «I nostri figli sono senza lavoro, interessatevi di quello».
«Cosa posso saperne io», dice ironicamente il sindaco, Andrea Follini, «del perché ci sono tanti iscritti. Forse ci sono molti giovani, forse l’età media è più bassa, magari gli anziani non hanno queste “paturnie”. Certo che è triste iscriversi a questi siti che con la vita reale non c’entrano. Come quando non ci si parla ma ci si scrive su Facebook».
Chi invece ragiona sui dati senza trattarli come un episodio di colore, ma cercando di approfondire l’aspetto sociale, è il responsabile della Pastorale degli stili di vita, don Gianni Fazzini, che vive ad Altino. «Che ci siano tanti giovani iscritti a questo genere di siti non mi meraviglia», spiega, «neanche pensando al mio territorio. Ricordo che a Quarto vent’anni fa si costruirono monolocali in tre condomini ,dati tutti a prostituite e transessuali. Nello specifico, però, ritengo che questi dati riflettano l’incapacità delle persone di coltivare un progetto e portarlo a termine, tendenza che poi si ripercuote sui figli, incapaci di dare continuità a quanto fanno: dal calcio passano alla danza che poi abbandonano per qualcosa di diverso. Viva Federica Pellegrini, insomma. Una altro problema è che a Marcon e Quarto ci sono tante coppie giovani, in realtà sradicate dal tessuto sociale: questi paesi hanno triplicato e quadruplicato la propria popolazione con coppie che vengono da fuori e non hanno trovato una rete sociale in cui inserirsi. E d’altro canto la parrocchia troppo tradizionale non riflette su cosa significa essere cristiani oggi».
Don Fazzini però intravvede fermenti positivi: «Quest’anno con il teatro degli adolescenti di Carola Mincleri i ragazzi hanno fatto piangere di commozione i genitori; a Quarto, dove non si trovavano famiglie che volessero ospitare i bambini di Cernobyl, è avvenuto il miracolo, li abbiamo ospitati nella canonica vuota di Portegrandi e se n’è occupato tutto il paese. Ci sono possibilità, la gente ha energie, voglia, capacità, bisogna però mettere in circolo stimoli positivi, così non c’è tempo di iscriversi sui siti di scappatelle né di andare a vedere la mostra di cadaveri a Jesolo. Servono progetti e voglia di viverli».
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