«A Jesolo mareggiate ancora più potenti quando funzionerà il Mose»

Il monito dell’architetto De Simone. I naturalisti: «No all’uso della sabbia del Piave». E Ca’ Foscari ripropone le dune come sistema naturale di difesa degli arenili
SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - JESOLO - LA SPIAGGIA DOPO LA MAREGGIATA
SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - JESOLO - LA SPIAGGIA DOPO LA MAREGGIATA

JESOLO. Erosione della spiaggia, torna in auge l’arretramento degli alberghi che l’urbanista Kenzo Tange aveva considerato nel masterplan poi “tradito”. Manca ancora la sabbia per il ripascimento e viene bocciata l’idea di alcuni proprietari di terreni lungo il Piave che avevano proposto di cederla ai Comuni. I naturalisti sono contrari a questa soluzione inattuabile e annunciano che solo un sistema di dune potrà evitare altre mareggiate. Ma per il momento al Lido manca una quantità impressionante di sabbia: 650mila metri cubi.

 Gabriella Buffa, professoressa di Botanica a Ca’ Foscari e coordinatrice del progetto Life Redune, ha dedicato uno studio proprio alla ricostruzione delle dune. Con la mareggiata si ripropone il dilemma su come intervenire. Si parla di opere di difesa e ripascimenti. «Strutture rigide a mare risolvono il problema a monte, ma a valle lo peggiorano», spiega, «I ripascimenti sono solo un intonaco che deve essere applicato più e più volte e a caro prezzo. Non rimuovono il problema, trattano i sintomi. Per la prima volta si stanno prendendo in considerazione le dune come sistemi naturali di difesa costiera nonostante da anni la comunità scientifica abbia riconosciuto e dimostrato la loro straordinaria importanza».

Il momento migliore per intervenire sarebbe proprio questo, dall’autunno alla primavera. Una proposta condivisa dai naturalisti come il presidente dell’Ans Michele Zanetti: «Gli eventi meteoclimatici, con il riscaldamento globale, si ripeteranno ogni anno. Bene che sia stata presa in considerazione di nuovo l’importanza delle dune perché gli altri sistemi appaiono inefficaci e costosissimi. La sola vera soluzione sarebbe attuare un arretramento degli alberghi per poter ricreare un vero sistema di dune a protezione della costa».

Secondo Fernando De Simone, architetto di Padova esperto di strutture sottomarine, l’eventuale entrata in funzione del Mose sarà causa di ulteriori problemi per la costa e Jesolo: «In un’analisi con l’utilizzo di modelli matematici olandesi, è stato evidenziato che è preferibile l’estensione degli interventi strutturali per la salvaguardia del litorale dalle forti mareggiate dal Delta del Po fino a Grado. Quando funzionerà il Mose con le paratoie alzate, le mareggiate aumenteranno la loro forza distruttiva nelle zone limitrofe». —

Giovanni Cagnassi

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