A Fusina colata d’alluminio fuso, paura alla Slim
FUSINA. Tanta paura di veder ripetersi una tragedia del lavoro simile a quella accaduta pochi giorni fa alle Acciaierie Venete di Padova che ha provocato il ferimento di 4 operai, due dei quali ancora in ospedale con ustioni gravissime. È accaduto domenica sera nel laminatoio di Slim Fusina Rolling srl (ex Alcoa) a causa dello sversamento di una ventina di chili di alluminio fuso a 700 gradi centigradi che hanno innescato le fiamme su un cavo e dell’olio di morchia, domate nel giro di un paio d’ore dai vigili interni ed esterni.
Già ieri, in tarda mattinata, la fonderia ha ripreso la sua normale attività produttiva, mentre sono iniziate le verifiche tecniche degli operatori dell’azienda e di un ingegnere dei vigili del fuoco di Mestre per capire le cause di quanto accaduto ed evitare che si ripeta. A evitare il peggio è stato il sistema di sicurezza interno che ha garantito il blocco immediato e totale della colata e la chiusura del forno. I lavoratori presenti nel reparto erano a una distanza sufficiente per non essere coinvolti in alcun modo l’incendio e dall’ondata di calore che ha provocato.
«Alle 21.45 di domenica 27 settembre nel reparto fonderia» spiega una breve nota stampa di Slim Fusina Rolling srl «si è verificato lo sversamento di una quantità minima di metallo liquido che ha provocato un principio d’incendio. Il pronto intervento delle squadre di Fire brigade aziendali ha permesso l’immediato spegnimento dell’incendio». L’azienda ha, infine, confermato «l’intervento dei vigili del fuoco» del comando di Mestre ma solo «per verificare la già avvenuta messa in sicurezza degli impianti» e che «non si sono verificati danni né a persone né a cose».
Anche i sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil e la Rsu aziendale hanno confermato che l’incidente di domenica sera non ha coinvolto i lavoratori e si è risolto in poche ore senza danni materiali rilevanti. Oggi stesso, però, i delegati della rappresentanza sindacale (Rsu) incontreranno i vertici aziendali per analizzare nel dettaglio quanto è accaduto e valutare gli interventi necessari per rimuovere le cause dell’accaduto.
«La nostra fonderia d’alluminio non ha carri ponte e siviere volanti come una fonderia di acciaio» spiega Ivano Morasut della rappresentanza sindacale unitaria «La fusione dell’alluminio a 700 gradi centigradi avviene in forni fissi e ribaltabili, come quello interessato dall’anomalia di domenica, dove la colata sulla canaletta sottostante avviene per ribalta attraverso una porta orizzontale e un beccuccio che è stato ostruito da qualcosa, causando lo sversamento e il principio d’incendio conseguente».
«Lo sversamento» precisa il delegato «è stato limitato ad una ventina di chili di alluminio fuso grazie al sistema azionato da un lavoratore in turno che da lontano ha visto quanto stava accadendo. Il sistema si chiama “Abort” e permette non solo di interrompere la colata e chiudere il forno ma anche di raffreddare i materiali ed evitare il peggio».
«Ad ogni modo» aggiunge Morasut «faremo tutte le verifiche necessarie per capire se ci sono problemi impiantistici e correggerli per garantire ai lavoratori il massimo di sicurezza possibile». Il laminatoio di Fusina, già di proprietà pubblica (Alumix) e poi della multinazionale Alcoa, è stato acquisito poco più di un anno fa dal gruppo Slim Aluminium controllato dal fondo di investimento tedesco Quantum Capital Partners che già l’anno scorso ha aveva rilevato il 100 per cento l’ex Hydro, il laminatoio “gemello” di Cisterna (Latina).
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