A cavallo lungo la barena fino a Jesolo

Il progetto dell’ippovia piace al sindaco Giorgio Orsoni. Tra gli obiettivi anche un centro di ippoterapia all'ex polveriera Manin
Cresce la passione per i cavalli: il primo tratto dell’ippovia è già stato realizzato nel Bosco Zaher
Cresce la passione per i cavalli: il primo tratto dell’ippovia è già stato realizzato nel Bosco Zaher
MESTRE. Da una parte c'è il recupero dell'ex polveriera Manin per sviluppare la pratica equestre, dall'altra l'utilizzo delle zone barenose per dar vita all'ippovia Mestre-Jesolo, per cavalcare lungo il corso dei fiumi lambendo la laguna. Il progetto piace al sindaco Giorgio Orsoni, ospite di un incontro organizzato dall'associazione Veca (Venezia Cavalli e Ambiente) e da Panathlon Club Mestre. La serata è stata l'occasione per mettere a fuoco quanto sta facendo Veca nell'ambito dello sviluppo del turismo sostenibile e della valorizzazione del territorio. Ippovia. 60 chilometri, quattro giorni il tempo previsto per macinare il percorso nella sua interezza: da San Giuliano al parco Equilium di Jesolo. In mezzo quattro Comuni: Venezia, Quarto d'Altino, Musile di Piave e Jesolo, lambiti da corsi d'acqua.


Il primo tratto, all'interno del Bosco Zaher, è stato inaugurato da qualche mese, ed è assai frequentato. «L'utilizzo delle zone barenose del nostro territorio è da incentivare - ha spiegato Orsoni - così come l'idea del recupero dell'ex polveriera, anche se tuttora è molto inquinata: in tempi brevi sarà difficile ma ce la metteremo tutta. Andare con gli zoccoli sull'acqua - ha aggiunto ricordando il Camargue - è un'esperienza unica e l'idea dell'ippovia va in questa direzione». Orsoni ha auspicato anche uno sviluppo degli agriturismi e dunque dei punti ristoro. A credere fortemente nel progetto è l'assessore All'ambiente della Provincia, Paolo dalla Vecchia: «L'ippovia Mestre-Jesolo è per noi un obiettivo strategico del biennio 2011-12, stiamo cercando anche grazie all'aiuto dell'assessore al Turismo Giorgia Andreuzza di ricavare fondi e cercare di ottenere finanziamenti europei».


Presenti alla serata il vicesindaco Sandro Simionato e l'assessore provinciale Raffaele Speranzon, ma anche esperti dell'Anire (Associazione nazionale italiana riabilitazione equestre), dell'Engea (Ente nazionale guide equestri ambientali) e della Fise (Federazione italiana sport equestri). Polveriera Manin. Tra le strutture militari che ricordano le due guerre c'è anche l'ex polveriera Manin, chiusa ai visitatori e abbandonata, che si trova dietro l'hotel Russot, nel parco di S. Giuliano. Inizialmente chiamato forte «O» (Eau), dopo il 1849 ribattezzato dagli austriaci forte Gorzhowsky, fu costruito contemporaneamente a forte Marghera, di cui era fortificazione accessoria. Il progetto di Veca che il Comune ieri ha fatto proprio è stato illustrato dal presidente dell'associazione Enrico De Sordi, il quale ha condotto la serata assieme a Giorgio Chinellato, presidente del Panathlon: la volontà è dar vita all'interno dell'ex polveriera ad un centro di ippoterapia, dedicato cioè alla cura di determinate malattie con l'utilizzo del cavallo, come è in uso in altre parti d'Italia. Un servizio mancante all'interno del territorio veneziano.

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