A casa con due adulti e 8 ragazzi. La didattica a distanza di una famiglia di Zelarino

La giornata di mamma Lucia: «Quando i ragazzi frequentano le lezioni, mi devo chiudere in camera insieme agli altri sei più piccoli. Ma urlano, giocano. È veramente difficile» 

la storia

In quella casa popolare di Zelarino vivono in dieci. Lucia, con il marito, e poi gli otto bambini. Il più piccolo ha quattro mesi, la più grande 19 anni. Nel mezzo, un lockdown, le zone rosse, la chiusura delle scuole, la didattica a distanza.

«Siamo in dieci con una casa Insula, piena di muffa, da 100 metri quadri», racconta la mamma. Disoccupata, vive con lo stipendio del marito, il reddito di cittadinanza e il bonus bebè. Ma, più dei soldi, a mancare sono soprattutto gli spazi.

«Abbiamo tre stanze da letto. Quando la bambina di terza elementare e la ragazza di prima superiore frequentano le lezioni, io sono costretta a chiudermi in una stanza con gli altri sei ragazzi. Ma è complicato, perché sono piccoli. Gridano, ascoltano la musica, hanno bisogno di giocare. Tenerli buoni, a questa età, è una vera impresa».

Una delle bambine ogni tanto lo chiede: «Ma perché siamo così tanti? Siamo in troppi». Due ragazzi dormono con il padre, tre con la madre, le due sorelle maggiori dormono con uno dei più piccoli.

Quattro – cinque lavatrici al giorno. E pranzo metà sul divano, metà sulle sedie. Nell’appartamento di Zelarino è tutto regolato alla perfezione.

«Ma non ce la facciamo più. Abbiamo bisogno di altro, abbiamo bisogno di altri spazi», dice la madre, che ora chiede aiuto, sperando che dall’altra parte ci sia qualcuno pronto a recepire il suo messaggio. —

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