A caccia del record si ribalta con la barca e muore
Alessandro Tonini, carpentiere 49enne di Cannaregio, stava testando il suo "Dalla Pietà Manta" modificato da gara quando si è capovolto, Voleva superare i 152 chilometri all'ora
TREPORTI. Una passione sfrenata per i barchini da gara e per l’emozione di sfrecciare a tutta velocità sull’acqua, pista senza limiti per i suoi bolidi, sempre più sofisticati e potenti.
Alessandro Tonini, 49enne di Venezia, sestiere di Cannaregio, carpentiere ai cantieri Merlo di Murano, ha perso ieri la vita mentre faceva quello che amava di più, pilotare mezzi da diporto “fai da te” resi veloci quasi come off shore. Tonini si è capovolto all’ora di pranzo mentre testava il barchino da gara che stava mettendo a punto da settimane nel cantiere veneziano, dove lavorava come esperto di riparazioni di taxi acquei.
Test sull’idrodinamica della chiglia, prove in laguna per la risposta in accelerazione del motore fuoribordo da 250 cavalli che aveva installato sul bolide. Superare i 152 chilometri orari era l’obiettivo dichiarato da alcune settimane agli amici e conoscenti di Venezia e Burano, appassionati di barche da gara che facevano il tifo per lui e per il successo della sua impresa. Una velocità incredibile che poteva raggiungere solamente spingendo al massimo un prototipo affusolato e idrodinamico, adattato con le proprie mani per ridurne al massimo l’attrito con l’acqua. Un capolavoro di materiali ultraleggeri, utilizzati per diminuirne il più possibile il peso e planare addirittura fuori dall’acqua, come gli aeromodelli di cui Tonini era appassionato fin dalla sua adolescenza.
Per spingere al massimo il suo barchino aveva scelto la zona delle Saline di Treporti, nota ai diportisti della laguna veneta per le acque tranquille e poco ondose. Qui, voleva valutare le performance delle eliche di superficie, quelle che continuano a mantenere la spinta a pelo d’acqua quando il mezzo raggiunge alte velocità, impennandosi a tal punto da uscire con tutto il pescaggio.
Qualcosa è però andato storto alle 13.30 di domenica, quando Tonini, forse centrando un’onda ad alta velocità, ha perso il controllo del barchino e si è capovolto sbattendo violentemente, come in un atterraggio di fortuna, sull’acqua resa dura come l’acciaio dalla velocità del bolide.
Il corpo senza vita è stato recuperato poco dopo dai presenti al momento dell’incidente che hanno chiamato il 118. Inutile l’intervento in pochi minuti dei sanitari della Croce Verde che hanno tentato invano di rianimarlo per lungo tempo. Il diportista era già morto sul colpo, probabilmente per le lesioni riportate nell’impatto.
Oltre al barchino da gara, recuperato dai vigili del fuoco di Venezia e posto sotto sequestro dalla Capitaneria di porto di Jesolo e Cavallino-Treporti, è stato tenuto anche il casco che, probabilmente, Tonini indossava al momento dell’incidente nautico e un giubbotto di salvataggio. Tutta la zona dello specchio di laguna di fronte al terminal di Ricevitoria è stata nel frattempo interdetta alla navigazione per circa un’ora e mezza. A vigilare da terra, in supporto anche gli agenti della polizia locale di Cavallino-Treporti. Nel giro di poco tempo la notizia della sua morte ha fatto il giro della laguna, lasciando parenti e amici in preda al dolore, alla rabbia e allo sgomento. La salma è stata ricomposta dai servizi funebri Facco nella cella mortuaria del cimitero di Treporti, in attesa di una eventuale autopsia disposta dal pm.
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