«A Brondolo un migrante ogni 5 residenti»
Il capogruppo dei 5 Stelle rivela che saranno 100 i richiedenti asilo. La Trapella replica alle critiche
CHIOGGIA. A Brondolo un migrante ogni cinque residenti. A rivelare l’ipotetico rapporto tra richiedenti asilo ospitati in strutture private e popolazione della borgata è il capogruppo dei Cinque stelle, Paolo Bonfà, che interviene di nuovo sul fenomeno dell’immigrazione dopo l’attacco della capogruppo del Pd, Barbara Penzo, sulla scarsa coerenza dei grillini che hanno manifestato il 23 dicembre a Brondolo sollevando lo striscione “stop invasione”, tipico slogan del centrodestra.
«La nostra partecipazione», sostiene Bonfà, «è stata dettata dall’impossibilità di poter intervenire cercando altre soluzioni che evitassero di arrivare a 100 immigrati in una frazione dove vivono 500 cittadini. Questa modalità di sistemare persone nel territorio, mette in luce ancora una volta il fallimento delle politiche sull'immigrazione del Governo. La nostra adesione convinta allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) intende proprio evitare questi arrivi incontrollati, decisi dal Prefetto in accordo con i privati. L'amministrazione ha partecipato ai bandi Sprar per ovviare alla creazione di altri ammassamenti di nuovi immigrati sul nostro territorio. Abbiamo sempre sostenuto la nostra contrarietà alla sistemazione di immigrati in strutture non idonee, senza che si tenga conto del contesto. Motivo che ci ha portato a manifestare a Brondolo».
Indignata per le accuse del Pd anche l’assessore al sociale Patrizia Trapella, ritratta nella foto esibita dal Pd mentre sostiene lo striscione. «Sono orgogliosa», spiega l’assessore, «di aver sostenuto lo striscione “stop invasione” assieme al rappresentante del Comitato cittadino di Brondolo. L’amministrazione era doverosamente presente perché la cittadinanza chiedeva chiarezza. Il corteo non aveva colori partitici, diversamente non avrei personalmente partecipato. Quand’anche si volesse strumentalizzare politicamente il fatto con una foto, ribadisco che, come l’Italia non può essere il campo profughi dell’Europa, a maggior ragione non lo può e non deve diventare Chioggia o una parte di Chioggia. Rispetto e dignità per entrambe le parti, per chi arriva e per chi accoglie. Non abbiamo confusione in testa, il nostro programma attesta chiaramente che questo fenomeno è il più grande fallimento dei partiti, sia a livello nazionale che locale. Allo stato attuale la gestione dell’accoglienza è sostenibile solo con lo Sprar, auspicando che la politica decida di rivedere il regolamento Dublino III».
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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