A Bratislava per ritirare 200 mila euro
DOLO. È uscita piangendo e ha abbracciato la mamma al termine dell’interrogatorio di garanzia. Laura Borgatello, 29 anni di Sant’Angelo di Piove di Sacco, assistita dall’avvocato Emanuele Compagno ha deciso di parlare ieri mattina durante l’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice Lara Fortuna. L’inchiesta è quella della fabbrica delle frodi che ha portato all’arresto di 8 padovani con 40 milioni di danno all’erario.
La Borgatello è in carcere e il suo avvocato ha chiesto la revoca della misura o in subordine i domiciliari o l’obbligo di firma. Lei ha raccontato di sentirsi scossa di quanto le sta succedendo, questa storia la sta violentando. Ha raccontato, alla presenza anche del pubblico ministero Emma Ferrero, che durante i viaggi a Bratislava del primo anno, non sapeva nemmeno cosa lei e Mara Soranzo, 38 anni di Abano, in cella alla Giudecca, andassero a fare. Lei le dava il cambio alla guida, 6 ore di viaggio non erano poche. Poi aspettava fuori dalla banca. Quando, successivamente, ha capito che andavano a prelevare del denaro, pensava fosse una cosa lecita, visto che non poteva sapere che le fatture fossero false. E non aveva nemmeno la possibilità di verificarlo. Ieri è stata interrogata pure la Soranzo (difesa dall’avvocato Carlo Mursia). Pure lei ha parlato per circa un’ora rispondendo a tutte le domande. I viaggi a Bratislava erano settimanali e sono durati all’incirca per due anni. Ogni volta si tornava, in media con 200 mila euro in contanti, denaro che veniva portato direttamente a Salvatore Lazzarin, che vive a Dolo, e Massimo Carraro. I viaggi avvenivano sempre con l’Audi A4 dell’azienda. Da quanto sarebbe emerso le due impiegate erano dipendenti di una delle ditte del sodalizio e percepivano uno stipendio di circa 1.300 euro mensili, salvo ricevere ogni tanto una gratifica che poteva aggirarsi anche sui 500 euro. Pare che le due, anche se solo ultimamente, avessero in uso una quindicina di bancomat da dove potevano prelevare denaro, sempre per i vertici del sodalizio.
È stato interrogato poi anche Corrado Morello, 55 anni di Padova, assistito dall’avvocato Fabio Targa. Ha parzialmente ammesso le sue responsabilità anche se poi si è avvalso della facoltà di non rispondere, dicendo però di voler rendere un’ampia deposizione davanti al pubblico ministero titolare dell’inchiesta. Pure Elisa Peron, 30 anni di Noventa Padovana, assistita dall’avvocato Paolo Marson, ha deciso di tenere la bocca chiusa. Gli interrogatori proseguono oggi.
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