A 81 anni ottiene l’eredità del padre che l’aveva rifiutato
VENEZIA. Ha combattuto tutta una vita per dimostrare di essere figlio di suo padre, morto nel lontano 1948 e che di lui non aveva mai voluto saper nulla: dopo aver ottenuto la riesumazione dei resti per il test del Dna, solo nel 2012 era riuscito ad ottenere di non avere più un padre ignoto. E ora, a 81 anni, ha visto riconosciuto dal Tribunale di Venezia il diritto a ricevere l’eredità di quel genitore ricco e senza cuore, che non lo aveva voluto riconoscere.
Le origini. Una storia incredibile quella che vede protagonista Angelo L., nato nel 1935: la madre era impiegata di quel facoltoso agente marittimo veneziano, morto quasi sett’anni fa senza essersi mai curato del bimbo e lasciando come unica erede la sorella. Un patrimonio consistente di case a Venezia e Malamocco, numerosi terreni agricoli a Musile. Beni però quasi tutti venduti nel corso degli anni, tranne due appartamenti a Castello che ora - ha stabilito il Tribunale di Venezia - spettano all’anziano figlio legittimo.
Eredi dell'erede. Proprietà che nel frattempo sono passate di mano in mano, tanto che - come scrive lo stesso giudice in sentenza - la causa non è verso «l’erede apparente (la sorella) bensì nei confronti degli eredi dell’erede», i nipoti della sorella, morta senza figli. Quattro bis-bis nipoti che ora dovranno rinunciare a quei due appartamenti che hanno dato in affitto, anche se potrebbero puntare sull’anagrafe, impugnando in Appello la sentenza, trascinando chissà fino a quando la battaglia dell’ottantenne.
Così ha deciso il giudice. La sentenza è molto chiara: «Angelo L., dopo una lunga serie di traversie e vicende giudiziarie è stato giudizialmente dichiarato figlio naturale di N.S., con sentenza del 2012 passata in giudicato. In conseguenza di ciò, per effetto del disposto di cui all’articolo 687 del codice civile, le disposizioni testamentarie poste in essere (dal padre, ndr) nei confronti della sorella sono revocate di diritto». A 80 anni dalla nascita e a 60 dalla morte di quel padre che l’aveva rifiutato, Angelo L. ha avuto giustizia: almeno sulla carta.
L'avvocato. «Come spesso accade, dietro queste vicende stanno le frustrazioni di una vita, anzi due, perché la madre è morta nel 1993 dopo una vita di stenti, senza aver avuto giustizia», racconta l’avvocato Enrico Cornelio, che ha patrocinato la causa, «così il signor Angelo ha proseguito la battaglia che la madre invano aveva condotto quando lui era piccolo, combattendo ora 12 anni contro i suoi lontani parenti che detenevano l’eredità di suo padre.
Il testamento. Il testamento è stato ora revocato dal Tribunale di Venezia “per sopravvivenza di figli” : non c’è alcun dubbio che il signor Angelo abbia diritto di rientrare in possesso dell’eredità che gli spetta, salvo quanto nel frattempo venduto e rispetto al quale pende ancora una causa per risarcimento del danno. E’ lo sbalzo degli anni che stupisce: sessanta dalla morte del padre. Ma la legge stabilisce che sia l’usucapione che la prescrizione decorrono dal riconoscimento del figlio naturale, avvenuta solo nel 2012».
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