«A 8 anni dedito all’alcol a 14 abituato alle droghe»

Musile. Le testimonianze di chi si è salvato grazie agli Alcolisti Anonimi Drammatici i dati dell’Asl 10: 400 i pazienti con problemi legati al bere

MUSILE. «A 8 anni ho iniziato a tastare l’alcol, a 14 si sono aggiunte le prime droghe. Sembravano risolvere tutti i miei problemi di timidezza e paura. A 25 anni potevo già non esserci più. Ma poi ho incontrato gli Alcolisti Anonimi e, se adesso ho tre figli e una moglie, questo lo devo a loro». È una delle forti testimonianze che sono risuonate l’altra sera all’auditorium Toti di Musile dove si è celebrato il 31° anniversario della nascita del Gruppo Alcolisti Anonimi “Vitanova”.

Platea gremita e tanti rappresentanti istituzionali ad ascoltare, a iniziare dal vicepresidente della Regione, Gianluca Forcolin.

È stata una serata di informazione che gli Alcolisti Anonimi hanno voluto per illustrare il funzionamento del gruppo e del metodo dei “dodici passi”. Ma anche un’occasione per riflettere su un fenomeno sempre più allarmante.

Secondo i dati del SerD dell’Asl 10, nel Veneto Orientale sono quasi 400 i pazienti con problemi legati al bere. L’alcolismo colpisce circa il 40% del totale dei pazienti in cura per problemi di dipendenza. E, se una volta il consumo di alcol era legato al vino, oggi i modelli importati dall’estero spingono a consumare dosi massicce di drink e superalcolici.

Un abuso che si compie soprattutto nel fine settimana e in età sempre più giovane. Tanto che il direttore generale dell’Asl 10, Carlo Bramezza, nel ricordare l’attività del SerD nei luoghi della movida estiva, ha chiesto agli Alcolisti Anonimi una collaborazione specifica proprio verso i giovani.

Uno spaccato di come opera il gruppo è emerso dalle testimonianze di alcune persone che hanno avviato con successo il percorso dei “dodici passi”. «Gli Alcolisti Anonimi mi hanno salvato la vita. Ormai vivevo solo per l’alcol. Poi sono arrivati gli psicofarmaci che, mischiati con il prosecco, mi hanno portato anche a due tentati suicidi», ha raccontato una donna.

Storie di uomini e donne di estrazione differente. Ma accomunate dall’abuso dell’alcol, spesso associato a psicofarmaci o alle droghe. C’è chi ha raccontato di essere arrivato a bere anche «30 o 40 bicchieri al giorno tra prosecco e birra, l'alcol mi aveva tolto tutto». E chi ha conosciuto il carcere, dopo aver causato un incidente mortale guidando in stato di ebbrezza.

Ma tutti, dopo essere entrati nella grande famiglia degli Alcolisti Anonimi e con l’aiuto gratuito del gruppo, adesso possono orgogliosamente festeggiare i mesi o gli anni trascorsi lontano dalla bottiglia.

Giovanni Monforte

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