A 71 anni si tuffa per salvare il suo cane
VENEZIa. Quando ha visto Morgan annaspare nell’acqua gelida, a cinquanta metri dalla fondamenta, si è tuffato senza pensarci due volte. Il freddo, le correnti, le onde, l’età: tutte variabili decisive, da tenere a mente se non si vuole rischiare di perdere la vita. Ma irrilevanti, alla fine, quando in ballo c’è il tuo compagno a quattro zampe che sta annegando. E quando l’istinto, guidato dall’amore, è l’unica cosa in grado di salvarlo.
Il protagonista di questo atto di coraggio è Livio Linzi, pensionato di 71 anni. Venerdì sera, verso le sette, è nella sua casa a San Giobbe quando riceve una telefonata. È la moglie, disperata. È uscita poco prima a fare una passeggiata in compagnia di Morgan, il loro cane. Ha quattordici anni, è un meticcio. Magari non sarà un purosangue di razza ma, racconta Livio, per loro è «unico e insostituibile». Un compagno di vita. La moglie del 71 enne è in lacrime: Morgan è scivolato in acqua dalla punta di fondamenta San Giobbe. In quel tratto, il rio di Cannaregio sfocia nella laguna aperta e affaccia verso l’isola di San Secondo e il ponte della Libertà. L’acqua è gelida, il freddo pungente.
Passano secondi decisivi, Morgan è spinto dalla corrente a decine di metri di distanza. Livio si catapulta fuori casa, qualche decina di metri dal punto in cui il suo cane è scivolato in acqua. Lo vede allontanarsi, guaire, andare a fondo. Così non ci pensa due volte, si toglie il giaccone e si tuffa. «Sì, l’acqua era davvero fredda – racconta – infatti, negli ultimi metri non riuscivo più ad usare le gambe. Erano completamente intirizzite, andavo avanti solo a bracciate mentre reggevo Morgan con la mano».
Per sua fortuna, qualcuno si accorge dell’uomo a mare e lo aiuta. Sono alcuni studenti di Ca’ Foscari, appena usciti dal campus di San Giobbe. Si avvicinano all’acqua, sollevano Livio e Morgan. «Ci tengo a ringraziarli – dice il 71enne – gli ultimi metri sono stati davvero impegnativi. Senza di loro sarebbe stato difficilissimo».
Così, infreddoliti, cane e padrone tornano a casa. «Il tempo di una doccia bollente – racconta ancora Livio – di una cioccolata calda e di un goccio di grappa per riscaldarmi, e il cane già stava giocando con la sua pallina». Spiega che si è trattato di un gesto istintivo, senza minimamente pensare alle conseguenze che potevano costargli caro. Come a dire che è tutto secondario, quando uno di famiglia è in difficoltà. «Magari – ragiona a mente fredda – se avessi pensato ai rischi non mi sarei neanche buttato…può essere. So solo che abbiamo un rapporto con Morgan lungo 14 anni, e come l’ho visto in difficoltà ho pensato solo ad aiutarlo». —
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