A 37 anni uccisa da un malore nel sonno
Un mix letale di alcol e farmaci. Stando all’ipotesi principale potrebbe essere questa la causa del decesso di una donna di 37 anni, A.P., trovata priva di vita ieri mattina in via dello Squero in un appartamento dei palazzi noti come le Navi del quartiere Atobello. A dare l’allarme è stato il figlio adolescente della donna, che domenica sera l’aveva accompagnata a letto. Ieri mattina, dopo essersi svegliato, è andato dalla madre, ha provato a scuoterla e a svegliarla, e quando ha visto che non continuava a non rispondere ha deciso di chiamare il 118.
L’ambulanza con medico e infermieri del Suem è intervenuta in via dello Squero assieme ai poliziotti della squadra Volanti che, partendo dalla constatazione che sul corpo della donna non c’erano segni di violenza, hanno cercato di ricostruire quanto fosse accaduto. Dalla testimonianza del figlio l’ipotesi prevalente è che la donna sia rimasta vittima di un cocktail fatale di alcol e farmaci anti-depressivi. Per chiarire ogni dubbio il pubblico ministero di turno, Massimo Michelozzi, dopo essere stato informato dalla polizia, ha deciso di disporre l’autopsia per la quale, nelle prossime ore, sarà conferito l’incarico al medico legale. La donna abitava in casa con il figlio dopo che alcuni mesi fa il marito era stato arrestato - ora si trova in carcere a Santa Maria Maggiore - dopo averla colpita con una coltellata alla schiena. L’episodio risale all’inizio di ottobre. In quell’occasione la donna cercò in un primo momento di difendere il marito, sostenendo di essersi ferita nel corso di un incidente domestico. Un mese dopo i poliziotti erano dovuti intervenire, nello stesso appartamento, perché lui la stava picchiando con una sedia. Pochi giorni dopo l’uomo finì a processo e fu condannato a 2 anni e 4 mesi proprio per la coltellata alla moglie e per per aver picchiato gli agenti della volante che erano entrati in casa per bloccare e arginare la violenza. Tra l’altro quando era accaduto l’episodio, l’uomo era già agli arresti domiciliari a causa di un precedente episodio di violenza. Subito dopo la condanna l’uomo era stato trasferito in carcere perché il giudice l’aveva condannata senza concedergli la sospensione condizionale. (f.fur.)
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