"A 24 anni da Tangentopoli non è cambiato nulla"

Il procuratore aggiunto Carlo Nordio, a capo del pool di investigatori sullo scandalo Mose: "L'inchiesta non è finita, siamo a caccia dei tesori accumulati all'estero illecitamente"
Il procuratore aggiunto Carlo Nordio
Il procuratore aggiunto Carlo Nordio

VENEZIA. «Le indagini sulla vicenda Mose sono tuttora in corso in particolare con rogatorie internazionali volte a rintracciare il denaro dato in dazioni per agevolare l'attività del consorzio Venezia Nuova», all'epoca dei fatti retto da Giovanni Mazzacurati. Lo ha detto il procuratore aggiunto Carlo Nordio, oggi in tribunale a Venezia, a margine dell'avvio del processo, con la discussione sulle questioni preliminari e con gli otto imputati assenti per la vicenda che vede tra questi l'ex ministro Altero Matteoli (corruzione) e l'ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni (finanziamento illecito dei partiti).

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«A ventiquattro anni da tangentopoli - ha rilevato Nordio - non è cambiato nulla». Per la vicenda Mose, ha proseguito, «oggi non l'inizio della fine - ha sottolineato - ma la fine dell'inizio; una situazione, se vogliamo, residuale dopo che la gran parte degli indagati hanno patteggiato, ma la sostanza e il valore dell'inchiesta, visti i ruoli di molte persone che vi sono entrate, non cambia».


 Gli indagati, in tutto 35, hanno s in gran parte patteggiato, ma per Nordio «la situazione di compromesso dettata da questo aspetto processuale, hanno portato al recupero di denaro a favore dello Stato», inoltre il rischio di prescrizione è alto, quindi meglio avere certezze».

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