A 13 anni diventano già spacciatori
SAN DONÀ. Drogati e addirittura spacciatori: a soli 13 anni. Quello che emerge dagli incontri nelle scuole con l’Arma dei carabinieri e la Polizia postale è uno spaccato disarmante sul mondo dei giovani. Droga e bullismo sono le piaghe dei ragazzi che si affacciano all’età adulta con i peggiori presupposti. Gli incontri nelle scuole sono già iniziati e, dopo la positiva accoglienza dello scorso anno, è tornata anche la “Comunità Educante”, percorsi di formazione per genitori di studenti di terza media, in collaborazione tra Comuni, scuole, azienda sanitaria e avvalendosi del supporto dell’Arma dei Carabinieri, con il comandante Dario Russo, sulla base di uno specifico protocollo. «Il titolo richiama l’idea che la comunità tutta accompagni i genitori nel percorso di crescita dei propri figli, i cittadini di domani», dice l’assessore alle Opportunità sociali Maria Grazia Murer, «ringrazio il sindaco reggente di Musile Vittorino Maschietto e il sindaco di Noventa Alessandro Nardese per aver aderito all’iniziativa e, per la collaborazione prestata, dirigenti scolastici, docenti e rappresentanti dei genitori, oltre naturalmente agli operatori del Serd».
L’amara scoperta è che i genitori sono sempre più in difficoltà nel seguire i figli a causa delle nuove tecnologie e della tentacolare rete con i vari social. Spesso i ragazzi sono vittime del bullismo virtuale, il cyberbullismo, pericoloso perché sotterraneo e subdolo, in grado di mobilitare centinaia di giovani. Ne è vittima circa il 25% dei ragazzi. Il primo campanello d’allarme, come per la droga, può essere il rendimento scolastico improvvisamente in calo. Ecco perché i primi “fari” che dovrebbero accendersi sono quelli degli insegnanti. Carabinieri e polizia hanno presentato numerosi casi limite secondo i quali, se magari il consumo di droghe è sensibilmente diminuito, si è però abbassata la soglia di età per iniziare, magari con le canne, a 13 anni. Età in cui i ragazzini diventano talvolta anche spacciatori per i coetanei.
I carabinieri hanno voluto evidenziare che il semplice consumo, percepito come qualcosa di non troppo grave dai giovani, è in realtà un modo per sporcare la fedina penale, essere segnalati alla Prefettura, e vivere, da maggiorenni, numerosi altri problemi come il ritiro della patente, aggravanti nel caso di incidenti stradali, soprattutto oggi che è stato riconosciuto l’omicidio stradale e la legge è ancora più severa.
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