28 milioni spariti, ispezioni in tutto il Veneto: aperta un’inchiesta

La Finanza sta esaminando registri condabili e flussi di denaro della North East Services. Sotto la lente anche le filiali e le società partecipate. Si temono altri “buchi”
Doro silea Sede vigilanza North est Via Belvedere
Doro silea Sede vigilanza North est Via Belvedere

TREVISO. Soldi che entravano ma che quando dovevano uscire, non c’erano più. Milioni di euro ritirati nelle corse dei furgoni portavalori della North East Service che finivano nel fortino di Silea e da lì, a quanto pare, si perdevano in altri rivoli, forse per finanziare il mantenimento della struttura nella speranza di essere restituiti a breve. Questa l’ipotesi sulla quale stanno lavorando gli investigatori della guardia di Finanza di Treviso che da due giorni, dopo le denunce formalizzate da Banca Intesa e Veneto Banca, hanno passato al setaccio i conti, i registri, le operazioni finanziarie della società della famiglia Compiano.

L’ammanco. Mancano all’appello, ad oggi, 28 milioni di euro. Di questi 13 farebbero capo a Banca Intesa e sarebbero l’ammontare di quanto ritirato da Nes (North East Service) nei vari centri commerciali della regione nell’ultimo periodo, 7 circa sarebbero quanto Veneto Banca ha chiesto di incassare dopo la decisione di chiudere i rapporti con l’azienda, gli altri sarebbero un «mancato versamento» alle Poste Italiane che una settimana fa aveva chiesto di rientrare della cifra in vista forse del pagamento di pensioni e altre scadenze.

Ricostruire la catena. La Guardia di Finanza di Treviso, in accordo con la Procura di Treviso, sta cercando di fare chiarezza su una situazione ad oggi definita ancora «fumosa», «poco chiara», ma che rischia di trasformarsi in un vero e proprio scandalo finanziario sul quale anche la Banca d’Italia avrebbe messo gli occhi. Si rincorrono infatti le voci relative ad altri istituti di credito pronti a denunciare ammanchi, o altrimenti pronti a chiedere il ritiro dei contanti depositati nel caveau della società.

Chiarire il giro dei soldi. I finanzieri hanno controllato i registri contabili e amministrativi della società con sede principale in via Roma, a Treviso, ma contemporaneamente hanno attivato verifiche nelle varie società satellite (Il gruppo Nes negli anni ha allungato la propria sfera d’influenza sulla Tergeste di Trieste e Sarzano, alla Citypol di Bolzano e alla Tfa di Trento), così come nelle sedi periferiche di Belluno, Pordenone, Udine, Mestre, Verona, Padova, Vicenza, Rovigo e Bergamo. In tutte queste aree la North East Service aveva il controllo di milioni di euro che si spostavano dalle casse delle banche ai depositi, e da questi ad altre casse. Gli investigatori stanno cercando di capire se le cifre spostate, e quelle che permangono nei depositi si equivalgono, o se la contabilità dell’azienda nasconda altre voragini milionarie come quelle evidenziate con le due denunce fatte da Banca Intesa e Veneto Banca quando hanno chiesto di rientrare dei loro capitali ed hanno scoperto che quei soldi non c’erano più.

Inchiesta in Procura. La procura di Treviso ha aperto un fascicolo per furto pluriaggravato, ma non ha ancora iscritto nessuno nel registro degli indagati nè chiesto provvedimenti di sequestro. La partita è delicatissima. «Dobbiamo valutare se si tratta di un vero ammanco o di una mancanza contabile» dice il procuratore Michele Dalla Costa. Nelle prossime ore, con l’approfondirsi dell’attività di indagine, potrebbero arrivare delle svolte fondamentali. Luigi Compiano, patron della società, da due giorni è «irreperibile» per i sindacati, e ben lungi dal voler rilasciare dichiarazioni pubbliche.

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